Copulette di Ozieri: storia, ricetta autentica e segreti per farle perfette

Le copulette di Ozieri sono piccole tartellette della tradizione sarda, nate nel Logudoro e divenute simbolo delle grandi occasioni familiari. La forma ovale, la base sottilissima di pasta violata, il ripieno morbido di mandorle e la glassa bianca lucida le rendono riconoscibili al primo sguardo. In passato erano i dolci degli sposi, preparati nei giorni di festa dalle mani esperte delle pasticciere di casa; oggi restano protagoniste di matrimoni, battesimi e ricorrenze, nelle pasticcerie artigiane e nelle cucine di chi ama custodire i saperi locali.

Questa guida raccoglie origini, ingredienti, procedimento passo per passo e tutti i consigli pratici per ottenere copulette leggere, regolari e ben glassate.

Porzioni e tempi

Dosi per circa 6 porzioni
Preparazione: 45 minuti
Riposo dell’impasto: 30 minuti
Cottura: 20 minuti
Asciugatura glassa: 6 ore

Ingredienti

Pasta violata

  • Semola rimacinata di grano duro 250 g
  • Acqua 125 ml
  • Strutto 50 g
  • Sale fino 3 g
  • Burro per ungere gli stampi

Ripieno di mandorle

  • Farina di mandorle 300 g
  • Zucchero semolato 250 g
  • Uova 5 (tuorli e albumi separati)
  • Scorza grattugiata di 1 limone non trattato

Glassa

  • Zucchero semolato 150 g
  • Acqua 100 ml
  • Albumi 30 g
  • Succo di limone q.b.

La storia in breve

Ozieri, in provincia di Sassari, conserva una lunga tradizione dolciaria che intreccia ingredienti poveri e sapienza artigiana. Le copulette nascono come dolci nuziali: la copertura candida richiama purezza e festa, il ripieno di mandorle celebra l’abbondanza. Con il tempo la ricetta si è diffusa in altri centri del nord Sardegna, mantenendo l’impianto originario e introducendo lievi differenze nelle decorazioni o nella consistenza della glassa.

Come preparare la pasta violata

La “pasta violata” deve il nome alla lavorazione vigorosa che la rende elastica pur restando sottile e friabile dopo la cottura.

  1. Mescolare semola e sale in una ciotola capiente.
  2. Unire metà dell’acqua, iniziare a impastare, quindi aggiungere gradualmente il resto finché l’impasto sta insieme.
  3. Trasferire sul piano e incorporare lo strutto a pezzetti lavorando con energia fino a ottenere una massa liscia e omogenea.
  4. Formare una palla, avvolgere con pellicola e far riposare in frigorifero per 30 minuti.
  5. Stendere con la sfogliatrice o con il mattarello in una sfoglia molto sottile.
  6. Imburrare gli stampini ovali da tartelletta e rivestirli con la sfoglia; rifilare i bordi in eccesso.

Suggerimento tecnico: la semola deve essere rimacinata fine. Una grana grossolana rende la base spessa e poco elegante.

Il ripieno di mandorle, soffice e profumato

  1. Separare albumi e tuorli.
  2. Montare gli albumi con metà dello zucchero fino a neve ferma e lucida.
  3. Lavorare i tuorli con lo zucchero restante fino a ottenere un composto chiaro.
  4. Unire con movimenti dal basso verso l’alto i due composti, quindi aggiungere scorza di limone e farina di mandorle, mescolando con delicatezza fino a ottenere una crema uniforme.
  5. Trasferire in una sac à poche e riempire i gusci di pasta con una dose regolare, lasciando qualche millimetro dal bordo.

Cottura

  • Forno statico preriscaldato a 170 °C.
  • Cuocere per circa 18–20 minuti: il ripieno deve gonfiarsi leggermente e prendere una tenue doratura.
  • Sfornare, sformare con attenzione e far raffreddare completamente su griglia.

Controllo qualità: se compaiono crepe marcate, il forno era troppo caldo o il ripieno troppo asciutto; se restano pallide e umide, prolungare la cottura di 2–3 minuti.

Glassa bianca lucida

  1. In un pentolino scaldare acqua e zucchero fino a circa 110 °C (piccola bolla regolare).
  2. Montare gli albumi con poche gocce di limone.
  3. Versare a filo lo sciroppo sugli albumi continuando a montare finché la glassa risulta densa, liscia e brillante.
  4. Glassare solo quando le copulette sono completamente fredde.
  5. Lasciare asciugare in ambiente asciutto per almeno 6 ore prima del servizio.

Nota di consistenza: una glassa troppo fluida cola sui bordi; se succede, continuare a montare qualche secondo o aggiungere un tocco di zucchero a velo setacciato.

Segreti di riuscita

  • Spessore della base: più è sottile, più il morso risulta elegante; evitare però trasparenze che potrebbero rompersi in cottura.
  • Mandorle: scegliere mandorle dolci di qualità; se si parte da mandorle intere pelate, tostarle leggermente e tritarle finissime una volta fredde.
  • Profumo: la scorza va grattugiata finemente evitando la parte bianca amara.
  • Riposo: rispettare il raffreddamento totale prima della glassatura per preservare lucentezza e tenuta.
  • Uniformità: riempire gli stampi con la stessa quantità per una cottura omogenea e un aspetto regolare.

Varianti locali

  • Glassa più fluida con finitura opaca e talvolta confettini colorati.
  • Aggiunta di miele nel ripieno per un accento aromatico e una texture più fondente.
  • Forme leggermente diverse (tonde o a barchetta) a seconda del laboratorio e della ricorrenza.

Conservazione e servizio

  • Conservare a temperatura ambiente in scatola ermetica per 4–5 giorni, al riparo dall’umidità.
  • Sconsigliato il frigorifero: la pasta perderebbe friabilità e la glassa lucentezza.
  • Non indicato il congelamento, soprattutto dopo la glassatura, perché la superficie potrebbe opacizzarsi e il ripieno separarsi.

Errori comuni e come evitarli

  • Base dura o coriacea: impasto poco lavorato o semola non rimacinata. Impastare con decisione e scegliere farina di grano duro rimacinata fine.
  • Ripieno pesante e gommoso: montata degli albumi insufficiente o miscelazione brusca. Incorporare con movimenti delicati.
  • Glassa che “lacrima”: dolci ancora tiepidi o ambiente umido. Attendere il raffreddamento completo e far asciugare in luogo asciutto.

Valore culturale e ingredienti identitari

Le copulette raccontano l’Isola attraverso due elementi cardine: il grano duro, lavorato in forme minute con tecniche contadine, e le mandorle, coltura mediterranea che ha segnato la cucina dolce sarda. La manualità, la misura dei sapori e la compostezza estetica sono tratti distintivi tramandati nelle famiglie e nelle botteghe.

Domande frequenti

Come sostituire lo strutto nella pasta violata
Si può usare burro in pari quantità; la base risulterà leggermente meno friabile e con un profumo diverso.

Posso profumare il ripieno con altri agrumi
Sì, anche arancia o mandarino non trattati; dosare con moderazione per non coprire la mandorla.

Si possono preparare in anticipo
Sì. Base e ripieno si possono cuocere la sera prima e glassare il giorno seguente, una volta fredde.

Abbinamenti e presentazione

Servirle con un vino dolce sardo a base di vernaccia o moscato, a temperatura fresca. Per un vassoio elegante, alternare copulette intere e mezze porzioni per mostrare il contrasto tra guscio, ripieno e glassa.

Suggerimenti di collegamento interno per consiglibrillanti.com

  • Seadas sarde tradizionali
  • Papassini sardi morbidi
  • Dolci regionali italiani da scoprire

Fonti autorevoli consigliate per approfondire

  • Università di Sassari, studi sul mandorlo mediterraneo e filiere locali.
  • Presìdi e progetti Slow Food dedicati alla pasticceria tradizionale sarda.
  • Ministero della Cultura, repertori e catalogazioni del patrimonio enogastronomico regionale.

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